Associazione Comunità Nazaret

"ESICHIA 2" - Lettera 270

07 ottobre 2018

ESICHIA 2”

 

Cari Nazareth

vorrei continuare il tema ESICHIA in quanto mi è sembrato interessante. Credo sia bene proseguire su questo tema. Abbiamo tanto da apprendere sulla lettura dello spirito e sull’acquisire una sempre più profonda qualità nella ricerca di ciò che siamo. Quanta potenzialità possediamo e di cui non siamo a conoscenza!

Nella lettera del mese scorso è stato ricordato che esichia è sinonimo di pace interiore, di equilibrio, di ricerca, ma è anche vero che se restiamo fermi ai bei concetti è difficile poi muoversi nella pratica di ogni giorno, nelle scelte da compiere quotidianamente.

Ho pensato anche al fatto che sia necessaria una costante capacità di farsi catturare dal desiderio di cercare, per non uniformarsi al pericolo di restare fermi e quindi di appiattire le nostre qualità. Quelle che naturalmente possediamo. A ciò va aggiunto la forza dei doni dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo (Il Maestro dell’Ora) non cessa mai di darceli e di nutrirci con i suoi doni. In poche parole vorrei suggerirvi di non confondere la pace esicasta con lo stare fermi e attendere che avvenga qualcosa in noi e ci trasformi. Così rischieremo di rimanere bloccati nell’illusione di un qualcosa che deve arrivarci dall’esterno. Quanto, invece, la forza è in noi.

Ad esempio per Aristotele esichia è un “arrestare il pensiero”, per Plotino è frutto del “silenzio interiore”, per Epicuro si tratta di “tranquillità” e così via. I vari filosofi si sono tutti avvicinati ad una tattica da conquistare per poter stabilire un profondo contatto con l’Essere Supremo.

Ma vorrei accostare tutto questo a Gesù di Nazareth che ha voluto insegnarci la vera facoltà di comprendersi uscendo da se stessi. Con Lui il non rimanere chiusi nel proprio “io” e proiettarsi verso l’altro diverrà lo specchio del nostro vivere. Gesù ci indica chiaramente la vera qualità dell’intelletto, la facoltà di comprendere per poi agire di conseguenza.

Da dove lo capiamo? Credo sia sufficiente accostarsi alla preghiera di Gesù. Allo stile di vita interiore che i Vangeli ci fanno intendere di tanto in tanto. Nei racconti evangelici Gesù alterna il “suo andare”, il “compiere segni”, la ”sua predicazione”, con momenti intimi cercati e vissuti con il Padre.

Il suo non è stato mai un isolarsi dal mondo, ma una ricerca di se stesso in quanto vero uomo oltre che essere vero Dio. Significativo è il racconto di Marco (cfr Mc 1,12-15) in cui appare lo stare di Gesù con le bestie selvatiche mentre gli angeli lo servivano. Una chiara disposizione del Figlio di Dio che cerca e trova il suo spazio non da solo nel deserto, ma in compagnia delle creature selvatiche e degli angeli. In tale armonia possiamo veramente accostare l’esichia di Gesù nella sua stessa preghiera. Preghiera non da intendere come formula da recitare, ma bensì come qualità di essere vivo e operante.

Guai se pensassimo che è bene isolarsi per trovare se stessi. E’ “l’altro” che mi completa e mi rende fecondo anche nella mia interiorità.

La preghiera di Gesù guarisce e guarisce da ogni male. La Preghiera di Gesù va intesa come Preghiera a Gesù e con Gesù. Immersi cioè nella Sua Persona. E’ Lui il “Pensiero che si arresta”. E’ Lui il “Silenzio interiore”. E’ Lui la “tranquillità”. Mi sembra che tutto riecheggi nel Salmo (cfr Salmo 54 (55), 23) “getta nel Signore il tuo affanno e Lui ti darà sostegno”.

Il prossimo incontro lo vivremo a Morrano di Orvieto, domenica 28 ottobre . Alle ore 16,00 Adorazione Eucaristica in Cappella segue incontro sul tema “La Terra Promessa”.

Ricordo che vivremo il nostro prossimo RITIRO venerdì 30 novembre, e 1 e 2 dicembre a Santa Maria degli Angeli presso le Suore Francescane Missionarie di Maria.

Un fraterno saluto a tutti

don ruggero