Associazione Comunità Nazaret

"I CAMPI DI IAAR" - Lettera 211

“ I CAMPI DI IAAR ”

Cari Nazareth

ritornati dal ritiro tenuto a S. Maria degli Angeli non vedevo l’ora di scrivere la nostra lettera di collegamento. Qualcosa, forse qualcuno, mi ha spinto a farlo subito. Ho avvertito un fascino particolare per tutto quello che il Signore ha voluto donarci all’ombra della cupola del Vignola. L’immagine della grande basilica e l’inezia della Porziuncola ha stuzzicato la fantasia: uno scrigno orgoglioso di grandezza che racchiude, come un’arca, la perla preziosa del vangelo. E poi, scrivendo, la mente ha voluto viaggiare. Tornare indietro. Rivedere, chissà, il re David che, dopo aver vinto contro tutti i suoi nemici, incontra l’arca. La preziosa arca dove Mosè 1250 anni prima della venuta di Gesù, volle collocare le tavole della legge. Sì, un’arca, un contenitore che profuma di Alleanza, segno del patto tra Dio e il suo popolo. Quindi David si recò nei campi di Kiriat-Iearim (Iaar nel salmo 132), collocò l’arca su un carro nuovo e si avviò verso Gerusalemme mentre tutto il popolo era in festa con canti, cetre, cembali, arpe, timpani e sistri. Ma durante il percorso i buoi fecero inclinare il carro e Uzzà, uno dei conducenti, toccò l’arca per impedire che cadesse e morì sul posto (cfr 2 Samuele 6,6). David fu assalito dalla paura.

Il cammino dell’arca continuò tra altre difficoltà e finalmente, dopo tanto, David entrò in Gerusalemme danzando e cantando e prendendosi l’impegno di costruire una casa stabile, un tempio per il suo Signore. Sarà il figlio Salomone a compiere l’opera.

Caro David, il Signore da tempo si era scelto lui stesso la casa. Era il tuo cuore David, era il tuo respiro, era il tuo seme. Forse David hai pensato di amare Dio al di sopra dei suoi stessi pensieri. Lui non ha bisogno del tempio. Preferisce la tenda. La tenda dell’incertezza. Adora spostarsi da cuore a cuore. Non sopporta la stabilità. E’ fedele a se stesso perché Lui è il pastore e va in cerca del gregge e lo tradisce pure per una pecorella distratta che si è stufata di seguire le altre.

Sono in campi di Iaar. Luogo di boschi e di prati. Lì siamo diretti, David. Per questo Francesco ha visto bene. Ha adocchiato la minuscola Porziuncola per sfidare il Tempio di Salomone. Poche pietre che provocano l’altezza delle colonne di Gerusalemme. Nei campi di Iaar incontreremo l’arca, mentre cammina felice di stare in mezzo al popolo che danza. Lei (l’arca) non ama il frastuono, gode invece della voce del popolo che ha ritrovato il suo vero pastore.

Amici, fratelli nazareth, la storia dell’arca, la danza di David, ci invita a prendere sul serio la volontà di Dio che è quella di ricambiare il suo amore, di cercarlo mentre Lui ci sta cercando, mentre Lui viene a noi. Ci invita a non confondere i rumori con i suoni, le grida con i canti. A sostare nei campi di Iaar della nostra vita nascosta, quella piccola, quella minore, dove nessuno – dico nessuno – ha il diritto di entrare. Sì! Perché a nessuno è permesso di entrare. Solo lo Sposo può toccare l’arca. Lui si che ha rispetto della mia dignità, della dignità di ciascuno, senza infrangere le norme del buon vivere.

Una donna araba, racconta un santo, camminava con un fuoco acceso e una brocca d’acqua nelle mani. Le chiesero dove andava e lei rispose: vado a spegnere l’inferno per coloro che hanno paura di andarci e vado a incendiare il cielo per coloro che hanno la presunzione di salirci. Le chiesero il perché. Lei concluse: perché cosi facendo, tutti possiamo vivere dell’unico desiderio di incontrare l’Amore.

Probabilmente, quella donna araba era passata per i campi di Iaar.

Un caro e fraterno augurio a tutti, in particolare alle Clarisse di S.Bernardino, del Buon Gesù di Orvieto, alle Clarisse di Montalto Marche e di Città del Messico, alle sorelle Carmelitane di Vetralla, grati per il dono reciproco della preghiera.

Ci rivedremo domenica 30 dicembre, Solennità della Sacra Famiglia di Nazareth, alla chiesa di Ammeto- Marsciano, la chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta, ospiti del caro don Giuseppe Granieri, alle ore 16, per vivere insieme la nostra festa. Celebreremo la S. Messa e rinnoveremo l’impegno del servizio per il nuovo anno.

Seguirà, nel Salone Parrocchiale di Ammeto la tombolata di fine anno che andrà a vantaggio dei progetti che la nostra comunità sta portando avanti.

Un abbraccio forte a tutti

D. Ruggero

Lettera di collegamento 211 (pdf)