Associazione Comunità Nazaret

Il gregge e l olfatto - Lettera 222

25 febbraio 2014

Il gregge e l’olfatto”

Nazareth carissimi

qualche giorno fa, rivedendoci a Villanova per l’incontro mensile, abbiamo iniziato a leggere e a condividere riflessioni sull’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco e abbiamo intuito quanto sia importante farne tesoro e occasione di lavoro per il nostro futuro.

Ci siamo fermati ad approfondire il paragrafo sull’improrogabile rinnovamento ecclesiale e, attraverso i passi 27-31, si è capito quanto sia improrogabile, per una associazione come la nostra, non perdere di vista l’impegno quotidiano e la partecipazione alla vita di ogni giorno. E’ saltata alla mente, grazie agli interventi di tutti, l’idea di rivedere il nostro stile di vita e le relazioni col mondo che ci circonda e che continuamente ci provoca e ci invita a un serio rinnovamento.

Nel documento si legge, a proposito della figura del vescovo che questi è chiamato a “favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana, perseguendo l’ideale delle prime comunità cristiane nelle quali i credenti avevano un cuor solo e un’anima sola (cfr Atti 4,32). Perciò, a volte (il vescovo) si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che restano indietro e – soprattutto – perché il gregge possiede un suo olfatto per individuare nuove strade ...” (Evangelii gaudium, 31). Un fortissimo richiamo per il vescovo, naturalmente, e per tutti noi. Un forte richiamo alla coscienza cristiana affinché sia sempre disposta a mettersi in gioco per il bene di tutti.

In altri termini a esercitarci ad annusare il vento nuovo del Vangelo.

La chiesa ha necessariamente bisogno di rinnovarsi alla luce dei tempi che si vivono e non chiudersi dietro la paura di ciò che è destinato a cambiare per il semplice fatto che la storia per sua vocazione è chiamata ad andare avanti. Inesorabilmente avanti. I noti corsi e ricordi storici di GB Vico non sono “trappole ripetitive” ma puntuali riferimenti ad aspetti umani, sociali, politici, economici che, di volta in volta, assumono toni e forze “sempre nuove”. Sembrano gli stessi, ma niente si ripete nel creato, neppure un solo attimo di vita, neppure un infinitesimale respiro. Tutto è sempre nuovo.

Tutto è chiamato a essere novità. Da qui la necessità di seguire la vocazione al rinnovamento. Lo Spirito Santo crea senza sosta e spinge i cuori e le volontà a raggiungere il “punto omega” che non è un traguardo segnalato da una striscia bianca con su scritto “arrivo”, ma l’infinito abbraccio del Cristo Risorto nell’Amore del Padre.

Il gregge, dunque, ci ricorda papa Francesco, possiede un olfatto che gli è proprio. Non può la Chiesa, non possiamo noi credenti, far calare l’assioma dei principi pre-fabbricati, pre-concepiti, pre-preparati sugli altri. Gesù, nel vangelo è fin troppo chiaro: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito…” (Matteo 23, 2-4).

Papa Francesco introduce il suo discorso dicendo che ha un sogno: una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiastica diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che l’autopreservazione (cfr Evangelii gaudium 27).

Anch’io ho un sogno, anche noi nazareth abbiamo un sogno: che il sogno di Francesco diventi realtà.

Il prossimo incontro: domenica 30 marzo ad Ospedaletto ore 16,00. Vivremo un momento di riconciliazione con una liturgia penitenziale quaresimale. Seguirà un momento conviviale.

A tutti una luminosa quaresima. Con affetto

Don Ruggero

Lettera 222 (pdf)