Associazione Comunità Nazaret

"MISSIONARI SI NASCE ... MA SOPRATTUTTO SI DIVENTA" - Lettera 248

27 settembre 2016

"MISSIONARI SI NASCE ... MA SOPRATTUTTO SI DIVENTA"

 

Cari Nazareth

scrivo nel giorno della festa di S.Vincenzo de’ Paoli, uomo prima che santo. Gli uomini proclamano i “Santi”, ma Dio ci chiama alla vita come Sue creature. Prendo quindi spunto da questa figura di uomo ordinario-straordinario al quale ci ispiriamo da anni insieme a Francesco e Chiara d’Assisi.

Vincenzo de’ Paoli giunse a essere sacerdote nel 1600 a soli 19 anni, prima del tempo, nascondendo la sua giovane età. Uomo tenero e forte, desiderò di diventare prete anche per essere di aiuto alla povera famiglia De Paul. In vari momenti della sua vita lui parla di avere avuto una prima e poi una seconda e forse anche una terza vocazione: volersi consacrare a Dio, l’ansia di servire i poveri e poi quella di vivere le prove nella Chiesa. “Vocazioni” nella vocazione.

Divenne padre di un’immensa schiera di preti e religiose missionarie. Oggi in ogni parte del mondo. Se si legge la sua vita si apprende come lui passò attraverso sofferenze ed esperienze svariate. Missionari si nasce, ma soprattutto si diventa. Nel tempo, nelle illusioni, nelle delusioni, nelle gioie e nelle accuse immeritate. E’ vero che Dio vede e chiama prima del tempo. E’ altrettanto vero che Dio conduce pian piano i suoi figli se questi corrispondono al Suo Volere.

Sembra che di fronte alla caparbietà dell’uomo neppure Dio può farcela. Il limite di Dio è l’Amore. Meglio: Dio è Amore insegna il Vangelo di Giovanni. Ed è per questo che rappresenta – convenzionalmente parlando – anche il Suo (apparente) limite. Dinanzi all’Amore Vero, Unico e Infinito ogni cosa si inchina, ma Lui, l’Amore, si arrende di fronte al “no” della creatura.

Credo sia necessario accorgersi e fondare bene “Chi siamo” e in quale direzione vogliamo camminare. Per tale motivo si diceva che missionari si nasce, ma soprattutto si diventa.

Non è sufficiente una scelta iniziale, un forte desiderio. E’ necessario perseverare e non temere di cadere o di cedere alle lusinghe delle prove di questa storia che viviamo giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.

Vincenzo de’ Paoli arrivò ad un punto nel quale la sua chiamata iniziale a essere sacerdote dovette conciliarsi con il compromettersi con i poveri e per i poveri. Allora scelse di cedere, abbandonò la sfera della sua prima chiamata e abbracciò il fascino e il rischio della nuova chiamata.

Nella vita di ciascuno di noi ci sono vari incroci pericolosi. Bivi incerti. Direzioni ingannevoli. Tutto serve. Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (cfr Romani 8,28).

La nostra comunità composta ormai da anni da due entità sorelle : l’Opera S.Maria della Luce e la Associazione Comunità Nazareth scopre continuamente il fascino della missione. Siamo stati chiamati a metterci al servizio della Parola di Dio e con i nostri limiti e volontà stiamo camminando, cercando, di essere, come suggerisce papa Francesco, ospedale di campo.

Di cammino ne abbiamo fatto, ma ciò non è niente rispetto a quello che ci attende. Da qui l’idea missionaria degli inizi: è solo una aurora incerta rispetto alla missione che ora ci sta avvolgendo come il sole allo zenit e ci sta invitando a seguire, impegnati sul fronte, le orme di Cristo.

Missionari si nasce… ma soprattutto si diventa, mantenendo lo sguardo fisso su Gesù (cfr Ebrei 1,6). Niente e Nessuno potrà mai separarci da Lui.

In questi giorni abbiamo avuto la gioia di ospitare Mons Justin Mulenga, il Vescovo di Mpika (Zambia) dove abbiamo aperto tre anni fa la missione di Chilonga. Ci ha incontrati, confortati, consolati con al sua parola. Ci ha spronati a continuare senza mai perdersi d’animo. Dio manda a Suo tempo il giusto alimento per ogni giorno. Ringraziamolo sempre nutrendoci delle tre “P”:

Parola, Pane, Preghiera.

Il prossimo incontro lo terremo a Villanova Don Bosco, domenica 30 ottobre ore 16,00: vivremo l’Adorazione Eucaristica con il S. Rosario per chiudere il mese mariano di ottobre e mediteremo insieme una lettura mariana.

A presto con affetto don ruggero

 

Lettera 248 (pdf)