Associazione Comunità Nazaret

"IL DESERTO IN CASA" - Lettera 228

6 novembre 2014

"IL DESERTO IN CASA"

Cari fratelli Nazareth

stiamo andando avanti nella lettura dell’esortazione “Evangelii gaudium” di papa Francesco.

Spero che chi non partecipa agli incontri riesca a farlo a casa. Da soli o in gruppo non importa.

Basti che si faccia perché si tratta di un impegno utile per il nostro cammino di fede e di servizio.

Durante l’ultimo incontro ci siamo imbattuti sui paragrafi riguardanti le tentazioni degli operatori pastorali. Chi sono questi operatori pastorali? Senza dubbio si vuole far riferimento a tutti coloro che camminano sulla “via del vangelo” (compresi noi della Comunità Nazareth) e che investono le loro forze secondo una direzione ben precisa.

Tante, ma veramente tante, sono le tentazioni di chi tende a vivere annunziando il vangelo!

Quella di essere insufficientemente pronti e preparati. Quella di invadere il campo di azione degli altri. Quella di mordere piuttosto che mandare giù il boccone amaro. Quella di vivere lasciando desertificare piuttosto che concimare ed arare il terreno. Non intendo, in questo momento, il campo metaforico del mondo o qualche ambito strettamente cattolico-osservante. Vorrei riferirmi alle semplici mura domestiche e quindi a quel tipo di deserto che “coltiviamo in casa”. A volte senza volerlo. La tentazione di non poter incidere sul nostro primo campo di battaglia: la famiglia.

Vorrei riferirmi a quell’atteggiamento –naturalmente errato- di attendere sempre dall’altro. L’idea che le soluzioni, l’affetto, il compromettersi, eccetera… riguardano sempre il mondo ad extra.

Coloro che sono “gli altri”. Mi riferisco anche a quanto siamo limitati nel valutare sia i pregi che i limiti dell’altro. Purché sia “fuori di casa”. Il problema e le ragioni primarie, guarda caso, sono sempre fuori dalle proprie mura. Bene. Questa potrebbe essere una causa della desertificazione del cuore. E l’anima ne paga le conseguenze. Papa Francesco, parlando del pericolo della desertificazione spirituale, vuole ricordarci che il “vero deserto”, quello che fa bene alla fede e che ci allontana dal proprio “io”, è il luogo ideale dove si avverte la “vera sete di Dio”. Nel deserto che a volte ci circonda, fatto di scelte difficili, di fatiche e a volte di fallimenti, il Vangelo ama servirsi di noi. Il mondo e la chiesa che è nel mondo hanno bisogno di “uomini e donne di fede provata”; di creature che “indichino”, dice il papa, “la via verso la terra promessa e tengano viva la speranza” (cfr EG n. 86).

Un invito, quindi, a non trascurare le orme della testimonianza, forse la più impegnativa, in famiglia. A casa propria. E’ lì che nascono e si maturano i veri semi della fede cristiana. Non dimentichiamo che lo spirito della nostra comunità nazareth attinge dalla Santa Famiglia il modello di vita e lo stile di vita.

Nell’ultima assemblea che si è tenuta a San Venanzo domenica 26 ottobre si è parlato dell’imminente rinnovo delle cariche di responsabilità della nostra associazione. Il nostro presidente Marsilio Marinelli ha necessità di dover lasciare l’incarico dati i suoi impegni di sindaco di San Venanzo, quindi sarà necessario provvedere ad eleggere il nuovo presidente e quindi rivedere il consiglio. Ragion per cui siamo invitati a partecipare al prossimo incontro che si terrà nella sede legale di San Venanzo. L’appuntamento è fissato per sabato 6 dicembre alle ore 15.00 in prima convocazione ed alle ore 16,00 presso l’oratorio parrocchiale. Vivremo un breve momento di preghiera e di riflessione e successivamente seguirà l’elezione del presidente e del consiglio.

Ricordo che è necessario presentare la domanda d’ingresso all’Associazione di cui abbiamo inviato copia nell’ultima lettera di collegamento.

Giunga a tutti un fraterno abbraccio

Don Ruggero