Associazione Comunità Nazaret

Una cosa non ci sarà mai concessa. Il segno di Saverio - Lettera 225

7 luglio 2014

Una cosa non ci sarà mai concessa. Il segno di Saverio

Cari Nazareth

Un gioioso saluto giunga a tutti. In particolar modo a nome dei fratelli dello Zambia dove, dopo la ordinazione presbiterale di Martin (ora padre Martin) si è aperta la prima casa in Africa. Il saluto che porto è un abbraccio di gioia perché il Signore della Vita ci riserva sempre sorprese di Vita e di Risurrezione. Tra l’ordinazione di Martin (21 giugno) e l’apertura della Casa in Zambia dell’Opera S.Maria della Luce (24 giugno), Saverio saliva in cielo. Un ulteriore segno che Saverio ci regala, e lo fa, come sempre ha fatto, senza rumore, senza la necessità di rimbombi umani.

Un angelo Saverio? Macché. Saverio è creatura umana. Ragazzo, giovane, uomo. Saverio sa volare senza essere mai stato un angelo. Lontane da noi tali confusioni. Grazie Sav! Restiamo uniti.

Questo è quello che conta. Lo sappiamo bene che condividi con noi tutto.

Pensando a noi, sorelle e fratelli di comunità, ho riflettuto su un dato che credo valga la pena interiorizzare. Una cosa non ci sarà mai concessa. Il ritornare indietro. Il voltarsi verso quello che eravamo. Un termine ante quem da rispettare – e a ben ragione – e dove rituffare i nostri respiri, esercitarci a svolgere le nostre azioni. Tutto ciò con ci sarà mai concesso. Sarebbe la morte dell’anima. Sarebbe un rinnegare a vantaggio del non conoscere sentendosi sconfitti.

E allora perché ostinarsi a volgere lo sguardo sul tempo nel quale ancora la nostra conoscenza del Cristo era solo embrionale? Era bambina?

Attenti perché volgere le spalle al sole a volte brucia più che avere i raggi puntati negli occhi.

Perché compiere la scelta di restare per sempre statue di sale come accadde alla moglie di Lot per essersi girata indietro (Gen 19,26).

L’evangelista Giovanni, apostolo dell’Amore, così scrive per noi nella sua prima lettera: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della Vita…” (1 Giovanni 1, 1 ss). Il cristiano, dunque, non può rimanere fermo al non conoscere. E’ catapultato in avanti, come del resto ogni uomo, ogni creatura. Dopo avere ricevuto l’annuncio del Verbo della Vita da chi ha udito, visto, toccato non è più lo stesso. E se ci ostiniamo a guardare indietro non troveremo che nebbia e polvere negli occhi. Nebbia e polvere tali da non distinguere nemmeno la nostra ombra mentre camminiamo.

Non ci sarà mai concesso, credetemi fratelli carissimi. E’ per il nostro stesso bene. Non ci verrà mai riconosciuta, né tantomeno regalata la possibilità di appellarci al passato della nonconoscenza. Il Verbo della Vita non possiede l’elargizione del ritorno indietro per accidia. Non ci verrà mai giustificato il vivere quotidiano con lo stile di una volta. Dopo la testimonianza apostolica non apparteniamo più alla storia del vissuto prima dell’annuncio.

Avere avuto Saverio è un dono grande, ma così grande che la mente non ha come contenerlo. Non possiamo permetterci di vivere in base ai ragionamenti trascorsi. Giocarci tutto senza riserve.

Siamo chiamati a vivere la minorità del Cristo che viene a noi con il rischio di non trovare la fede sulla terra. E anche nel segno di Saverio abbiamo perso il diritto di guardarci indietro.

Il segno di Saverio è tra le nostre mani e non lasciamolo sfuggire. Non permettiamo ai nostri istinti di inghiottire l’audacia del momento illuminato. Non seguiamo il capriccio delle nostre idee soprattutto quando avvertiamo che le cose del mondo non ci appartengono. Ricordate le riflessioni che ci siamo scambiati durante l’ultimo incontro vissuto alla luce dellEvangelii gaudium? Il segno di Saverio lo custodiremo gelosamente nelle nostre mani e nel nostro cuore.

Domenica 31 agosto ci ritroveremo a Villanova Don Bosco. Alle 12 la S.Messa, segue pranzo comunitario e, nel pomeriggio, l’ adorazione eucaristica e il confronto sull’ Evangelii gaudium.

Un abbraccio forte a tutti

don ruggero

 

Lettera 225 - Agosto 2014 (pdf)