Associazione Comunità Nazaret

REATTIVI - Lettera 234

REATTIVI “

15.06.2015

Cari fratelli e sorelle Nazareth

mi sono imbattuto, in questi ultimi giorni, in un termine che mi ha letteralmente affascinato: reattivo. Da qui l’essere reattivi, ossia avere la forza di reagire. Poi, camminando con la mente e cercando di valicare i pensieri ho capito, rischiando, che essere reattivi può portare, a volte, a vivere situazioni evolute e che possono anche far male.

Come se dicessi che “il pensarci troppo su” non è poi sempre una ricerca positiva. Vi chiederete: “ma mo’ questo dove vuole arrivare?” Niente di tanto complicato. Giorni fa leggevo un articolo su Baudelaire, scrittore francese del XIX secolo e in particolare sul tema: “i vuoti che lascia l’assenza di Dio”. Leggevo così: Baudelaire afferma che: “Dio è il solo essere che, per regnare, non ha neppure bisogno di esistere, quand’anche Dio stesso non esistesse, e la religione sarebbe ugualmente Santa e Divina…”. Provocazione bella e buona per iniziare a lavorare, quindi.

Di primo acchito, proprio come collocare la pallina quando si gioca a bigliardo, ho pensato quanto sia facile ipotizzare o mettere in dubbio una mente che sta in ricerca della verità. Quante cose la mente può mettere in atto, mentre l’animo resta in bilico tra il bene e il male.

Capita a tutti passare per il tunnel del dubbio o peggio ancora dell’indifferenza. Quante volte, anche in un solo giorno, pensiamo e risolviamo le cose “con Dio” e “senza Dio”. Quante scelte sbagliate ci spingono a ipotecare tutte le azioni compiute fino ad oggi, magari per una esagerata passione per il proprio io. Una lotta. Una struggente lotta che ci conduce ad allontanarci da quella Parola (di Dio) appena ascoltata e accolta nel cuore.

Reagire dunque. Essere e ritrovarsi reattivi ad ogni provocazione. Insistere a rispondere prontamente e contrastare quella parte di noi che ama rimanere nel limbo dell’indifferenza, del “non mi riguarda”. Forse proprio lì si sarà fermato il pensiero di Don Milani, quando affermava ai suoi ragazzi I care. Mi riguarda. E’ roba mia. E poi? Reagendo può anche capitare di abbattersi, restare storditi e accantonare la cosa. No, certamente no. E’ necessario, è vitale reagire e non nascondersi. Nemmeno dopo una grande sconfitta. San Vincenzo de’ Paoli diceva che è necessario fare tutto “come se dipendesse solo da Dio e contemporaneamente come se tutto dipendesse da noi”. Abbiamo veramente bisogno di dare un calcio all’asino che è in me e che insiste a fermarsi perché non vuole procedere avanti, direbbe Francesco di Assisi.

Solo che per reazione non possiamo intendere solo uno strattone fatto di fasci di nervi in movimento. A volte il reagire più autentico potrà essere un semplice sguardo di compassione, come avvenne al buon samaritano lungo la pericolosa strada di Gerico, famosa per pullulare di ladri e di briganti. Altre volte sarà un illuminato parlare chiaro privo di ombre e di “ni”.

Pensando a Gesù…e come non pensare a Lui?... Ricordate bene la grande differenza tra la reazione al Tempio, tra i banchi dei venditori e dei cambiavalute e il non più rispondere dopo la decisione di Pilato di consegnarlo ai Giudei? Come agnello condotto a macello. Che dite? Vogliamo tirare le somme a questo punto? Essere reattivi, sarà per noi, il modo più sapiente di incarnare la Parola di Dio, senza intermediari di comodo. Sarà per noi ricorrere alla Misericordia abbandonando lo scudo e la spada per difendersi, Sarà anche non cadere nello scollamento tra l’ascolto vero e autentico della Parola di Dio e il vissuto. Vorrà dire allora reagire, combattere una volta per tutte il compromesso e preferire di sedersi tra i banchi della scuola e non dietro la cattedra dell’insegnate?

Li abbiamo i maestri della vita accanto a noi. Li abbiamo avuti e sempre li avremo, ma soprattutto abbiamo la voce del Maestro e appena dietro la voce della Madre che ci ripete sempre: fate quello che vi dirà (cfr. Giovanni 2, 1-11).

Prossimo incontro: ci rivedremo a Ospedaletto domenica 26 luglio alle ore 16,30. Vivremo l’ora di Adorazione Eucaristica. Mediteremo e ci confronteremo sul punto 40 della Evangelii gaudium di papa Francesco. Un fraterno abbraccio

 

Don Ruggero

Lettera 234