Associazione Comunità Nazaret

"L NVIDIOSO" - Lettera 246

01.08.2016

"L'INVIDIOSO"

Cari fratelli Nazareth

stavo leggendo, nei giorni scorsi, qualcosa di vari scrittori che hanno parlato dell’invidia e mi sono soffermato su alcune espressioni. Indipendentemente dai loro punti di vista qualcuna di queste espressioni mi ha colpito. Provo a citare le più incisive. Roberto Gervaso, ad esempio scrive: - L’invidioso è un impotente incapace di rassegnarsi-; il grande scrittore maronita Khalil Gibran afferma che – l’invidioso loda senza saperlo-, qualcun altro ha detto ancora che – l’invidia divora chi la nutre-. Poi ho chiuso l’argomento. Devo dire che pensando all’invidia, avverto sempre un certo disagio. Lo sarò anch’io?. Mi sono detto. Ma di chi? Di che cosa? Perché l’invidia? In ogni caso questa triste signora fa soffrire - e tanto- chi la incontra e condivide con lei parte del suo cammino. Una grande tristezza può assalire chi scopre i malefici effetti dell’invidia.

Il libro della Sapienza recita così: la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono (Sap 2,23).

Ora, la Parola di Dio, come più volte si è detto, va alla radice della questione. Per il Libro della Sapienza, addirittura, l’invidia è madre della morte stessa e il soggetto che genera tutto questo è il diavolo. Sembra veramente non avere scampo chi volesse pensare diversamente o attribuire all’invidia un ruolo secondario, relegandola ad una mera deficienza umana, magari unita alla gelosia, all’immaturità o ad una affettività malata. Dispiace, nel caldo di agosto, parlare di un argomento così pesante. Mi scuso se lo faccio tramite la lettera di collegamento, ma penso che sia un tema col quale ci si imbatte quotidianamente.

Ci riguarda. Dunque “povero invidioso!”, veramente povero e incurabile perché perdente già all’inizio del combattimento. Mi sembra che papa Francesco, alla GMG di Cracovia abbia detto qualcosa in proposito. Credo che nessuno sia immune dall’invidia nel senso che, a gradi differenti, a sfumature forti o leggere, tutti ne facciamo esperienza. Credo altresì che più importante sia l’antidoto che usiamo per non esserlo o per non esserne coinvolti. Ha ragione Gibran quando dice che quando si invidia in realtà stiamo lodando. Mi viene la voglia di gridare insieme alla Vergine Maria: Onnipotente e Santo è il Suo Nome! Gridare per scagionare e allontanare l’ombra del male.

Possiamo e siamo chiamati a vincere il male con il bene, quindi ad un tentativo da parte dell’invidia di farsi breccia nel nostro io, risponderemo con un inno di lode, con un’azione d’amore, con un gesto di tenerezza. Saremo guariti dalle schegge del kamikaze delle tenebre. La Luce vince sempre le tenebre. Queste possono avvolgerci, ma la Grazia di Dio è autrice di Salvezza e ci “solleverà su ali di aquila” (cfr Salmo 90). Su ali di aquila perché io possa vedere dall’alto, più alto, la Verità nelle sue dimensioni, nella sua immensità. Lasciamo che la signora invidia seppellisca se stessa nel buio assoluto del nulla.

Prossimo incontro è la Festa della Madonna della Luce, domenica 4 settembre. Ore 16,00 Adorazione Eucaristica, S. Rosario. Processione e S.Messa. Con affetto grande, buona Festa dell’Assunzione della Vergine Madre.

don ruggero

  Lettera 246 (pdf)