Associazione Comunità Nazaret

UN PROVERBIO ARABO - Lettera 231

2 febbraio 2015

“ UN PROVERBIO ARABO ”

Cari Nazareth

sappiamo che i proverbi hanno sempre un fondo di saggezza. Lo scopo di un proverbio non è emanare una sentenza morale, ma quello di insegnare, di trasmettere esperienza. La Sacra Scrittura è costellata di proverbi e riserva ad essi addirittura un libro dell’Antico Testamento. Gesù stesso fa riferimento a proverbi. Ricordate? Tanto per citarne alcuni: “Chi è fedele nel poco è fedele nel molto”, o “Medico cura te stesso”, o ancora “togli la trave dal tuo occhio e così vedrai la pagliuzza nel tuo”…e così via.

Mi sono imbattuto, giorni fa, durante una lettura, in questo proverbio arabo che recita così: Dio creò il deserto e si accorse di avere sbagliato e così creò il cammello. Sì, proprio il cammello, la cosiddetta “nave del deserto”. Una creatura eccezionale, considerando la sua autonomia di riserva d’acqua che gli consente di “navigare” per giorni e giorni tra le dune imperdonabili di sabbia rovente del deserto.

Mi sono detto – una volta ascoltato il proverbio - : - allora, secondo una certa sapienza orientale, anche Dio sbaglia! Che dire?.

Il deserto non può essere definito uno sbaglio. Se così fosse…troppi sbagli ci sarebbero in natura! Non so a questo punto cosa condividerebbe la nostra Gabriella Mattioni. Troppe cose, almeno personalmente, non riesco a condividere con Madre Natura.

Avrei deciso, dunque, di inventarmi quale contestatore del creato? Che presunzione!

No, assolutamente niente di tutto questo. Spero solo di “provocare” la nostra mente che sovente sceglie di addormentarsi senza chiedersi il perché delle cose.

E poi il nostro Francesco di Assisi dove lo mettiamo. Sia sempre Lodato il Padre di tutti e di tutte le cose!

Nulla toglie comunque al proverbio arabo la funzione di porci davanti a dei quesiti veramente profondi. Troppo profondi per essere visitati superficialmente.

Ma in questa sede non desidero però piegare il capo e ricorrere alle solite teorie clericali. Del tipo. “Ma vedi? Anche Gesù si è sottoposto ai processi e ai limiti della natura”. Oppure: “ Ma bisogna accettare, così com’è tutto ciò che ci circonda!”. Ma manco per niente! Non può essere così scontato. Dunque, pensando ancora al nostro proverbio arabo potremmo parlare (e non è irriverenza) di sbaglio di Dio? Quindi, Dio sbaglia? Così come Dio si è accorto di aver sbagliato a creare il deserto, avrebbe potuto “non azzeccare” altri particolari del creato.

No. Si tratta di estrapolare da tutto questo la preziosità dell’errore. Dio, e in quanto Padre e Fonte dell’Amore vive il grande limite e dramma dell’Amore. Quando si ama, in realtà si compiono tanti errori. Ma, attenti, non si sbaglia mai. Un conto sono gli errori in quanto limiti della dinamica della vita, altro è lo sbagliare come stile di vita.

Nessuna paura. Dio non può sbagliare. Neppure se per paradosso, lo volesse. Quel deserto creato per errore è provvidenza, è mistero, è bellezza da scoprire, è cammino da varcare.

Signore, grazie per i nostri errori, quando ci rendono vulnerabili alla Tua Pietà. Quando ci spalancano gli orizzonti immensi dell’Amore che ci riveli.

Potremmo alla fine tentare una continuazione dell’antico proverbio arabo: ….Dio, nella sua immensa bontà mi ha chiamato alla vita e sapendo di non aver sbagliato, grazie al mio errore, ha deciso di inondarmi con l’acqua della salvezza.

Prossimo incontro: domenica 22 febbraio a Morrano, al Centro il Girasole, alle ore 16,00. Adorazione Eucaristica, meditazione e scambio di esperienza sul lavoro delle Cooperative San Patrizio e Cooperativa Labouré.

Con affetto

don Ruggero